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La storia dell’Avocado

Uno dei frutti esotici più famosi e apprezzati al mondo

Storia dell'avocado

La lunga storia dell’avocado è estremamente avvincente e curiosa, dalla preistoria ai giorni d’oggi, ha visto diversi cambi di nome, monopolizzato economie, coinvolto animali preistorici, Aztechi e Maya, postini fortunati, star del cinema e addirittura il Super Bowl.
Ma come ha fatto questo frutto tribale a trasformarsi in alimento consumato e apprezzato su scala globale?

Ci sono diverse teorie sull’origine e la diffusione dell’avocado, una delle più note ne fa risalire le prime tracce a diversi milioni di anni fa, nell’area centro meridionale del Messico; periodo durante il quale grandi mammiferi terrestri, antenati dei mammuth, se ne cibavano abitualmente ed evacuandone i semi dopo aver coperto lunghe distanze contribuivano alla diffusione nel pianeta. Altri studiosi ne teorizzano invece che abbia avuto origine in Africa e sia arrivato solo poi in America centrale.

Quel che sembra abbastanza certo è che la coltivazione dell’avocado da parte dell’uomo sia iniziata in Messico e in America centrale, diventando parte integrante nella cultura delle popolazioni precolombiane come i Maya e i Mokaya. Nel quattordicesimo mese del calendario Maya troviamo infatti il glifo dell’avocado, così come su alcune tombe, a rimarcare l’importanza sociale e rituale di questo frutto. Un frutto ben noto anche agli Aztechi, tracce documentate della coltivazione dell’avocado risalenti al 750 a.c. sono state trovate in Perù.

Origine del nome “Avocado”

Furono i colonizzatori spagnoli, che rientrando in patria nel diciassettesimo secolo, portarono in Europa il prezioso frutto.
Il nome originale coniato dagli Aztechi era “Ahuacatl” che letteralmente significava “testicolo” per via della somiglianza alla suddetta parte del corpo. Gli spagnoli lo ribattezzarono “aguacate” più semplice per loro da pronunciare; si invece deve all’irlandese Sir Hans Sloane nel 1696, l’attuale nome “Avocado” anche se gli inglese sembra preferissero “Avocado Pear”. Il nome più bizzarro “Alligator pear” (pera alligatore) dovuto alla buccia scura e rugosa, si deve ad alcuni commercianti statunitensi che lo utilizzarono quando fu commercializzato per la prima volta in California.

Furono proprio i commercianti Californiani che di fronte allo scarso successo commerciale iniziale, decisero di condurre un’operazione di rebranding; fu eliminato qualsiasi riferimento a parti intime e minacciosi rettili, rilanciando il più esotico e semplice nome “Avocado”, da allora nome ufficiale e pressoché universale.

Diffusione commerciale degli avocado

La chiave di volta nella storia della diffusione commerciale degli avocado, si deve all’americano Rudolf Hass, postino di professione e orticoltore dilettante. A partire dal 1926 Hass acquisto alcune piante e condusse diversi esperimenti, con incroci e innesti, ma con scarso successo. Proprio quando stava per gettare la spugna, ottenne quasi per sbaglio una varietà di avocado particolarmente saporita e cremosa, che brevettò con il suo stesso nome. Oggi la varietà Hass è più coltivata negli USA nonché la più apprezzata e consumata al mondo.

Negli anni 20, si assistette a una massiva pubblicizzazione dell’avocado su riviste e quotidiani americani; fu in questo periodo che con tutta probabilità, inizio ad imprimersi nell’immaginario collettivo come alimento aristocratico e di lusso.

Nei decenni successivi l’avocado godette di una popolarità sempre più diffusa e le coltivazioni si moltiplicarono; i maggiori paesi produttori sono ad oggi Messico, Repubblica Dominicana, Perù, Colombia, Indonesia, Stati Uniti, Cile e Brasile. In Italia da alcuni decenni si stanno coltivando piante di avocado in Sicilia, Calabria e Sardegna.

Altre spinte commerciali epocali, si ebbero nel corso degli anni 90, periodo durante il quale i coltivatori californiani, si spesero molto per proporre la salsa guacamole (a base di avocado), come lo snack ufficiale da consumare durante la finale di football americano, la celebre domenica del Super Bowl.
A dire di molti contribuì al forte rilancio negli anni 2000 il forte seguito della star hollywoodiana Gwyneth Paltrow, grande promotrice di questo superfood, tanto da inserirlo nel 2013 all’interno del suo popolare ricettario healthy “It’s All Good”.

Problematiche ambientali e soluzioni sostenibili per le coltivazioni di avocado

La forte espansione dell’industria globale dell’avocado, ha purtroppo portato la sua coltivazione ad essere sempre piú difficile e impegnativa dal punto di vista ambientale. Tanto da costituire un serio pericolo di deforestazione in alcune aree geografiche del Messico. Si tende infatti a tagliare alberi selvatici per far spazio alle piante di avocado Hass, per non parlare dell’enorme quantità d’acqua necessaria per la coltivazione di queste piante.

In risposta a queste problematiche ambientali ma anche politiche, sono nate numerose iniziative e brand che promuovono un concetto di coltivazione sostenibile e il commercio equo solidale degli avocado, durante tutta la filiera. Questa presa di coscienza sta contribuendo a rendere negli ultimi anni il settore più sicuro ed equo.

Uno degli aspetti più sorprendenti della storia dell’avocado sta nel fatto che questo frutto tropicale sia riuscito attraverso i secoli ad arrivare in tutto il mondo ed entrare in tante culture diverse, facendo letteralmente innamorare chiunque ne sia venuto a contatto. 
Oggi troviamo l’avocado nei toast, nel sushi, nei burritos, nelle insalate, negli smoothies e… nel cuore di tante persone!

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